Nel Pesarese è “emergenza” Coronavirus… Ma il reparto Covid non ha lavoro e mette il personale in cassa integrazione

Sanitari al lavoro in un reparto Covid

I numeri veri del Covid nelle Marche: i malati sono 593, lo 0,04% della popolazione, i malati gravi sono 92, lo 0,006% della popolazione.
Intanto mentre i cittadini sono terrorizzati dai media il reparto covid del Santo Stefano di Macerata Feltria lascia a casa il personale

Lo scorso 18 novembre la ASUR Marche stipulò un accordo con il gruppo KOS -che gestisce strutture riabilitative in Regine- per la creazione di 163 nuovi posti letto riservati a malati Covid non gravi. In pompa magna la nuova giunta regionale lo annunciò in una apposita conferenza stampa.

Di questi 163 posti una quarantina sono stati allestiti al “Santo Stefano” di Macerata Feltria (PU). Ebbene, nonostante le cronache ci descrivano -anche nel pesarese- una situazione al limite dell’insostenibile generando nella popolazione un allarmismo, in quella misura, ingiustificato; nonostante tutti i pesaresi siano costretti a vivere una sorta di lockdown; nonostante siano state cancellate per decreto e per “informazione” che nella popolazione alimenta paura -anzi quasi terrore- le interazioni sociali di giovanissimi, giovani, adulti e anziani, gran parte del personale in forza al nuovo reparto Covid del Santo Stefano di Macerata Feltria è avviato verso la cassa integrazione per, si deduce, assenza di lavoro, ovvero assenza di ricoverati.

La conferma arriva da fonti interne, dirette e indirette. “Sì, pochissimi ricoveri, ci lavora mia sorella”; “Lunedì dovrebbe esserci un incontro con i sindacati per la cassa e la riduzione dell’orario…”. La preoccupazione nei lavoratori è palpabile…

Premesso che è una politica seria e lungimirante quella di aumentare, preventivamente, i posti letto disponibili così da affrontare in maniera più efficace una eventuale emergenza mi chiedo: come possono intelligentemente conciliarsi il clima di terrore che viene costantemente generato nella popolazione, l’allarmasmismo mediatico e le anche inutili misure di limitazione della libertà personale e imprenditoriale con la realtà dei fatti?

Perchè dobbiamo, noi cittadini, venire trattati come un bimbo di 3 anni che viene convinto a “fare il bravo” per evitare le ire del lupo cattivo o dell’uomo nero? Perchè non ci viene data una informazione corretta che eviterebbe di veder svilita la dignità di ogni cittadino? Perchè -e qui mi taccio- ogni giorno viene estrapolato il dato più preoccupante dai tanti disponibili e, talvolta più indicativi nella descrizione dela situazione? Perchè se i contagiati non sono “troppi” ci si parla di rapporto tamponi-positivi; se il rapporto tamponi-positivi non è “troppo” alto ci si parla di morti e se i morti non sono “troppi” (premesso che anche uno solo rappresenta un dramma per i suoi cari) ci si parla dei milioni di contagiati da inizio pandemia?

Prendiamo la Regione Marche, che vede l’anconetano in zona rossa e il resto in zona arancione. L’intera Regione ha 1.525.000 abitanti e sulla base dei dati diieri, 5 marzo, i positivi totali erano 10.203, ovvero lo 0,66% della popolazione che, in concreto significa 66 positivi ogni 10.000 abitanti. Sappiamo con relativa certezza, inoltre, che almeno il 94% di questi positivi supera il contagio con facilità e, talvolta, senza neppure un sintomo. Ciò ci fa concludere che i malati “veri”, oggi nella regione Marche, sono 4 ogni 10.000 abitanti, per l’esattezza circa 600, come peraltro confermato dai dati sulle ospedalizzazioni Covid quantificate, sempre ieri, in 593, di cui 92 che necessitano del ricorso alla terapia intensiva.

Dunque, dove sta la grande emergenza con lo 0,04% di popolazione malata in maniera non lievissima e lo 0,006% in maniera grave?

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