La “macchina” pubblica uccide più del Covid… Positivi liberi di contagiare per quattro giorni!

Caso eclatante: sottoposto a tampone e risultato positivo viene contattato dall’Autorità Sanitaria ben cinque giorni dopo esser stato sottoposto a tampone risultato positivo. Per quattro giorni nessuno lo ha contattato per metterlo in quarantena preventiva o assoggettarlo alle limitazioni imposte ai positivi.
Ma il problema per i soloni della gestione statale e pubblica è l’irresponsabilità dei cittadini. Vergogna!

Oggi, nelle vesti di una frate di clausura da zona rossa, sono particolarmente incazzato… Permettetemelo! Lo spirito di sacrificio, quando necessario, tutti dobbiamo trovarlo e, visto l’ultimo anno, lo abbiamo trovato. Ma quando una amministrazione, dopo un anno, mi chiede di sacrificare i miei risparmi, la mia vita sociale, le mie amicizie, eventuali rapporti sentimentali, la rilassante spensieratezza di un aperitivo in riva al mare non a causa di una pandemia ma a causa dell’estrema inefficienza e inadeguatezza della stessa amministrazione, la rotazione di un paio di parti basse arriva a regimi da 12 cilindri a V sovralimentato.

Ci si racconta, ogni giorno e da ogni canale tv, da ogni giornale, che il Covid è estremamente contagioso e che l’irresponsabilità di noi cittadini e la causa dei disagi e di talvolta assurde limitazioni a cui siamo costretti a sottostare. Invece, l’irresponsabilità è altrove, non nei cittadini.

Sono i cittadini che hanno disposto il 50% di capienza del trasporto pubblico perchè rischioso per il contasgio un riempimento più alto per poi derogare a questo divieto il trsporto pubblico scolastico dove la capienza del 100% non sarebbe contagiosa?
O sono i cittadini irresponsabili ad aver vietato a marito e moglie di cenare un’oretta in un ristorante adattato ai protocolli di sicurezza perchè farlo rischia di diffondere il contagio per poi lasciare, per sei ore, 20 alunni in una stanza di 25 metri quadri per almeno sei ore perchè ciò, evidentemente, secondo loro, non determina un rischio di diffusione del contagio?
Si potrebbe continuare in eterno con le misure assurde: capienza al 50% nei treni ma al 100% negli aerei (dove peraltro il cambio di aria è inferiore); divieto di vendita di alcolici dopo le ore 18, come se anzichè combattere il covid stessimo combattendo una emergenza di cirrosi epatica…

Provincia di Pesaro e Urbino: un lavoratore frontaliero occupato a San Marino e residente nel pesarese viene chiamato dalla sua azienda ad eseguire un tampone dopo che nella stessa azienda un suo collega è risultato positivo al Covid.

Giovedì 11 marzo, così, si presenta e viene sottoposto a tampone. A rigor di logica 24 ore dopo è disponibile il risultato del suo esame… Ma passano i giorni e nessuno, neppure per sottoporlo a regime di quarantena preventiva, lo contatta. Solo il martedì successivo, quattro giorni dopo, il suo cellulare squilla per comunicargli che il tampone effettuato giorni prima ha dato esito positivo e, quindi, deve mettersi in quarantena ed evitare contatti interpersonali con chiunque.

Quattro giorni in cui, un positivo, può contagiare come mille persone non accertate positive; come un aperitivo ai navigli da sold-out, come un ristorante pieno alle 20 e 30 di sera…

Non è il Covid ad aver distrutto il nostro tessuto economico e non è il Covid il responsabile di larga percentuale di coloro che ci hanno lasciato le penne in questi ultimi 12 mesi. Il responsabile vero è quello Stato, quella sua amministrazione centrale e periferica, incapace di gestire ogni situazione elementare come l’abbattere i tempi di isolamento dei positivi dall’esito dell’esame del tampone.

Un anno di questa emergenza non è servito a nulla, se non a fare la fortuna, sulle “tasche” dei cittadini, di scaltri avventurieri capaci di rivendere mascherine, camici e disinfettanti. Un anno di questa emergenza e ministri, sottosegretari, dirigenti pubblici, tecnici, esperti e consulenti pagati anche centinaia di miglia di euro ogni anno non sono stati capaci di isolare in tempi accettabili i positivi.

Oggi è tutto chiuso… L’economia è in ginocchio, i morti si contano a centinaia ogni giorno, ampia percentuale di coloro che, più fortunati di altri, ancora hanno un posto di lavoro sono destinati ad incrementare le statistiche del calo occupazionale prossimo e scontato. L’Italia è in ginocchio, gli italiani esasperati e probabilmente, per evitarlo, sarebbe bastata e basterebbe una organizzazione e gestione decente -non ottima, s’intende visto che siamo nell’Italia della retorica buonista che soppianta la concretezza di azione- della macchina statale e pubblica…

Ma, ormai vien da dire, ciò potrebbe accadere solo nei sogni dei più ottimisti…

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