Come finanziare l’aiuto economico alla ripartenza? Tutte le opzioni percorribili

Donald Trump nel suo Memorandum di aiuti all’Italia del 10 aprile scorso ci ha fornito sia un’arma di ricatto da puntare a Germania e Olanda che una alternativa all’insensibilità dell’Unione Europea. Ma i media lo hanno ignorato…

Poche gioie, anzi quasi nulle, e tanti dolori. E’ questo l’impatto che l’emergenza Coronavirus avrà sull’economia, sul Pil italiano in questo 2020.
Lo sanciscono diversi studi, fra cui quello di Goldman Sachs che ha aggiornato le sue stime di crescita dell’area Euro adeguandole all’impatto determinato dell’epidemia in corso.

La banca d’affari di New York, infatti, nell’European Daily prevede un Pil europeo a -9% quest’anno e +7,8% nel 2021. Ma a preoccupare sono soprattutto le proiezioni relativa alla nostra Italia, che sarà il peggior Paese dell’Eurozona, poichè secondo queste autorevoli stime il tonfo in questo 2020 sarà del -11,6% e il rimbalzo previsionale nel 2021 di poco più della metà:+7,9%.

Per la Francia la stima è di un crollo del -7,4% (+6,4 nel 2021), mentre per la Germania si prevede un impatto del -8,9% con un rimbalzo del + 8,5% per l’anno prossimo.
Peggio di noi farebbe solo la Grecia

Dettagli maggiori, sull’economia italiana, li definisce l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno Svimez, secondo la quale il lockdown ci costerebbe la bellezza di 47 miliardi al mese, ovvero il 3,1 del prodotto interno lordo del Belpaese. Di questi miliardi di Euro ben 37 al Centro-Nord e 10 al Sud.
Svimez, però, sui dati previsionali 2020 è più ottimistica di Goldman Sachs visto che prevede in un 8,4% la contrazione del Pil, e precisamente dell’8,5% al Centro-Nord e del 7,9% al Sud”.

Previsioni, queste, che non infondono alcun ottimismo verso il futuro: il tonfo dell’economia italiana sarà fra i più pesanti dell’Eurozona la ripresa fra le più lente.

Come ne usciamo? Le strade tracciate sono diverse e, comunque, passano tutte sul contrarre debito per finanziare il rilancio. Ma c’è debito e debito e proprio in questa prerogativa le proposte, le possibilità sono diverse. L’unica che ad una analisi razionale sembra già oggi non più percorribile è quella degli Eurobond (recentemente battezzati Recovery Found) che non hanno trovato neppure una marginale citazione nell’accordo conclusivo della riunione dei ministri delle Finanze degli stati Ue in sede di Eurogruppo la cui sottoscrizione da parte del Ministro Gualtieri ha scatenato il durissimo scontro fra Premier e opposizioni e, in realtà, anche all’interno della stessa maggioranza che lo sostiene.

Acquisiamo, quindi, ricordando che il patto di stabilità è sospeso (e anche ciò è importante), un primo dato pressochè certo: il contributo che ci potrebbe dare l’Ue sarebbe limitato a:
BEI
SURE
MES (nelle dichiarazioni depotenziato nei suoi vincoli, nel concreto vedremo)
Con i primi due che, comunque, rappresenterebbero poco più che “spiccioli” e che, peraltro, andrebbero finanziati. Dal Mes, invece, ariverebbero meno di 40 miliardi di Euro e il loro utilizzo sarebbe vincolato ad interventi in materia esclusivamente sanitaria. Ma a che prezzo? Difficile fidarsi -come invece ha già fatto, allo stato delle cose molto imprudentemente, Silvio Berlusconi che proprio oggi si è espresso favorevolmente alla richiesta di quel finanziamento Mes- di vaghe rassicurazioni verbali o intenti sul depotenziamento dei ferrei vincoli di risanamento poi conseguenti. Anche perchè l’Italia, nel 2021, vedrà il su debito pubblico aumentare di almeno 250 miliardi a causa delle contrazioni del Pil (e qundi del gettito fiscale), dell’aumento di circa il 3% della disoccupazione (con costi maggiori derivanti sugli ammortizzatori sociali) e dei fondi necessariamente da destinare al rilancio dell’economia.

Anzi, restando un attimo sul testo del documento di ntesa siglato dal Ministro Gualtieri nell’ultimo Eurogruppo, relativamente alle condizionalità “light” del Mes per spese sanitarie si legge: “The credit line will be available until the COVID 19 crisis is over. Afterwards, euro area Member States would remain committed to strengthen economic and financial fundamentals, consistent with the EU economic and fiscal coordination and surveillance frameworks, including any flexibility applied by the competent EU institutions”.
Ovvero: “La linea di credito sarà disponibile fino alla fine della crisi determinata dal Covid-19. Successivamente, gli Stati membri dell’area Euro, rimarranno impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, coerenti con i quadri di coordinamento e di sorveglianza economica e fiscale dell’Ue, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’Ue”.

Lasciando il Mes e tornando alla situazione del’Italia sulla base delle proiezioni disponibili, concludiamo che il rapporto debito-Pil schizzerà alle stelle come non mai accaduto nel dopoguerra!

In questo contesto si inseriscono altre idee di non semplice e veloce realizzazione, comunque non impossibili. Prima fra tutte quella di emettere dei buoni del tesoro ad interesse vantaggioso rivolti esclusivamente al mercato interno. Per capire, una specie di buoni postali di vecchia memoria.
La sfida, nel realizzare ciò -imitando il sistema usato dalla Germania e non solo- è fare in modo che questo debito non entri nel bilancio dello Stato. In maniera semplicistica, per fare ciò, andrebbe creata una banca privata per lo sviluppo (a partecipazione e garanzia statale) o modificata nelle sue prerogative la Cassa depositi e prestiti.
Con un risparmio interno che supera i 1.400 miliardi di euro e rendite oggi al lumicino, il successo di questi buoni del tesoro potrebbe essere importante e superare ampiamente una raccolta di oltre 150 miliardi di euro che diventerebbero un fondo enorme su cui poi strutturare la ripresa economica.

Altre alternative concrete, percorribili, liquidando velocemente a “mera stupidaggine” l’inserimento di nuove tasse di qualunque tipo, al momento non si intravedono…

O, meglio, non si intravedevano fino allo scorso 10 aprile quando il Presidente Usa Donald Trump ha emanato il “Memorandum on Providing COVID-19 Assistance to the Italian Republic”, molto di più, nei suo contenuti, della semplice fornitura di mascherine e assistenza sanitaria che ci hanno propinato i nostri media cartacei, telematici e televisivi (unica eccezione, o una dele poche, il solo Libero, che comunque non ha dato il giusto peso a questo memorandum).

Al suo art.6, difatti, questo memorandum recita: “”Il Segretario di Stato, l’Amministratore USAID, il Segretario dell’Export-Import Bank of USA, in consultazione con il Segretario del Tesoro, il Segretario del Commercio, il Segretario della Salute e Servizi Umani, il Segretario alla Sicurezza Nazionale, l’Amministratore Delegato della International Developement Finance Corporation degli USA, possono utilizzare le autorità disponibili per sostenere la ripresa dell’Economia italiana”
In lingua originale: “Sec. 6.  Support to Italian Businesses. The Secretary of State, the USAID Administrator, and the President of the Export-Import Bank of the United States, in consultation with the Secretary of the Treasury, the Secretary of Commerce, the Secretary of Health and Human Services, the Secretary of Homeland Security, and the Chief Executive Officer of the United States International Development Finance Corporation, may use available authorities to support the recovery of the Italian economy, as appropriate and consistent with the policy limitations in this memorandum.”
(Clicca qui per visionare il documento ufficiale citato)

Cosa ci sia dietro, nelle vere finalità del Presidente e del Governo Usa, a questa importantissima offerta di aiuto che va ben oltre la tematica sanitaria al momento ci interessa il giusto, perchè essa può avere due importanti ruoli nell’attualità e nel futuro dell’economia italiana:

  • Può rappresentare un elemento pesante di pressione per ottenere cedimenti tedeschi e olandesi nella trattativa con l’Ue (ma servirebbe un governo autorevole e -mi si permetta- ben più competente e coraggioso verso l’Ue di questo)
  • Può rappresentare una fonte di finanziamento importante e, forse, l’unica vera alternativa, visto come si sta mettendo con Unione Europea, all’emissione di Buoni del Tesoro rivolti al mercato interno del risparmio.

Perchè, anche alla luce di precedenti dichiarazioni -in cui si è addirittura parlato di nuovo Piano Marshall Usa per risollevare l’economia italiana dalla crisi determinata dal Covid-19 (e da una gestione approssimata e controversa dell’emergenza a tutti i livelli)- l’importante art.6 del Memorandum-Trump è stato ignorato sia dalle agenzie di stampa che dai media italiani quando l’evidenziare e l’infondere nella società -anche in maniera magari strumentale, anche enfatizzando- una alternativa ai “ricatti” e alle insensibilità europee avrebbe dic erto messo in allarme i “falchi” della stessa Ue?

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